La natura è grande nelle grandi cose, ma è grandissima nelle più piccole. [Bernardino da St. Pierre]
L'INCARICO
Nel 2015, venuto a conoscenza della mia preparazione pittorica e delle mie esperienze nel campo della decorazione artistica, don Giovanni Proietti il cappellano della chiesa dell’Ospedale, che volendo dare una nota di bellezza, con colorati e luminosi messaggi sacri al luogo di culto, mi chiese di progettare e decorare le quattro vetrate principali della cappella. Dopo un anno di riflessioni e ripensamenti decisi di accettare l’incarico, anche perché mi sembrò un’ottima occasione, per la mia vita, di ringraziare il Signore per quanto avevo ricevuto in "talenti". Un connubio di fede e di arte per donare con gratuità il mio lavoro alla Chiesa, alla struttura ospedaliera, nonchè al Personale e a tutti i piccoli pazienti ospitati nei reparti.
I PAPI PARLANO AGLI ARTISTI
Papa Paolo VI nel discorso di chiusura del Concilio Vaticano II, il 7 maggio 1964, parlando agli artisti disse: “Noi abbiamo bisogno di voi. Il Nostro ministero ha bisogno della vostra collaborazione, perché, come sapete, il Nostro ministero è quello di predicare e di rendere accessibile e comprensibile, anzi commovente, il mondo dello Spirito, dell’Invisibile, dell’Ineffabile, di Dio. E in questa operazione, che travasa il mondo invisibile in formule accessibili, inintelligibili, voi siete maestri. È il vostro mestiere, la vostra missione; e la vostra arte è proprio quella di carpire dal cielo dello Spirito i suoi tesori e rivestirli di Parola, di colori, di forma, di accessibilità”.
Non di meno San Giovanni Paolo II si pone sul medesimo sentiero del predecessore, nel suo appello agli artisti nella lettera del 1999: “Nessuno meglio di voi artisti, geniali costruttori di bellezza, può intuire qualcosa del pathos con cui Dio, all’alba della creazione, guardò all’opera delle sue mani”. Anche papa Benedetto XVI rafforza queste affermazioni agli artisti nella Cappella Sistina il 21 novembre del 2009: “L’autentica bellezza schiude il cuore umano alla nostalgia, al desiderio profondo di conoscere, di amare, di andare verso l’Altro, verso l’Oltre da sé”.
LA SPIEGAZIONE DEL TEMA
La scelta del tema sacro, ispirata dalla presenza dell’Anno Santo Straordinario della Misericordia, cadde sulle due “colonne” della Chiesa, l’Antico ed il Nuovo Testamento,
Viste dall’altare, nelle prime due vetrate di sinistra sono rappresentate le manifestazioni di Dio con l’uomo nella Storia della Salvezza: la rottura dell’Alleanza, con la caduta nel peccato dei nostri Progenitori e l’Alleanza rinnovata di Dio sul Sinai con Mosè dopo la liberazione dalla schiavitù d’Egitto e la consegna delle Dieci Parole di Vita, (altre ancora sono state le alleanze di Dio con l’uomo, da Noè ad Abramo-Isacco-Giacobbe…). Le vetrate di destra presentano, invece, l’Incarnazione di Dio in Gesù Cristo-Nuova Alleanza ed il racconto della parabola del Buon Samaritano, che con il suo altruismo mite riflette la Misericordia di Dio: l’alleanza di Dio Creatore verso la sua creatura sofferente .
LA COLLOCAZIONE
Le finestre-vetrate, icone trasparenti, formate da quattro ante verticali, sono collocate sulla parete d’ingresso della chiesa, una alla destra ed una alla sinistra della porta centrale. Di dimensione di 101,8x216 cm., ogni anta è composta da cinque vetri di dimensioni 40x46,7 cm.
LA TECNICA
Ho eseguito le decorazioni con smalti colorati specifici per il vetro. Eseguito il lavoro, come finitura, poi, per rendere più duratura nel tempo la superfici, ho ritenuto necessaria la stesura di uno strato uniforme di smalto protettivo trasparente.
L'ESPRESSIONE SIMBOLICA
Ritornando al messaggio visivo e simbolico delle decorazioni, è interessante notare la estrema leggibilità e la semplicità grafica rappresentata dai personaggi inseriti in un contesto fatto di luci, di ombre, di trasparenze e di colori. Nella prima vetrata di sinistra, al di sopra delle figure, c’è l’albero della conoscenza del bene e del male, con il serpente antico, l’ingannatore; il cielo è invaso dalla luce, con un cherubino rappresentato come un guerriero, che con la sua spada fiammante è messo da Dio a guardia dell’Albero della Vita.
L’icona-vetrata di destra è caratterizzata dalla potenza di Dio che si manifesta attraverso i cieli aperti sul capo di Mosè; mentre sulle due tavole appare la scritta che è l’inizio dello Shemà ebraico: “Adonai Elohenu, Adonai Ehad” (Il Signore è Dio, il Signore è Uno). In basso c’è la manna sparsa come segno della provvidenza e dell’amore inesauribile di Dio.
La vetrata della Natività (la Sacra Famiglia) parla da sola, il Bambino Gesù benedicente, Maria, in estasi, contempla la Meraviglia e San Giuseppe, con le braccia alzate dà gloria a Dio che dall’alto dei cieli manda un raggio della Sua luce ad illuminare per salvare il mondo dalle tenebre, mentre un angelo con in mano un giglio ammira il prodigioso Evento.
L’ultima vetrata di destra, a mio parere, è la più significativa, perché rappresenta l'opera della Struttura Ospedaliera in cui ci troviamo e che svolge il suo servizio con competenza e professionale solidarietà. Non si vede il cielo perché è sostituito dalla palma, che con le sue grandi foglie verdi è simbolo della vita del Cristo Risorto, che niente può distruggere. Per la sua altezza, profondità e flessibilità è anche simbolo di bellezza, eleganza, grazia, stabilità. Il giusto che radicato nella Parola si innalza in alto, verso Dio (Sal 93,13) è come una palma verdeggiante, in particolare quella da dattero, che è uno degli alberi più presenti nella terra della Bibbia, soprattutto in Giudea. Il suo frutto, dolce come il miele, nutre i nomadi e gli abitanti nel deserto; il Cielo lo si percepisce attraverso lo slancio d’amore per il prossimo. È un gesto spontaneo dell’uomo giusto, che abbraccia la sua missione con misericordiosa empatia; la mano destra del Samaritano, accarezzando il sofferente, sembra voler dire: “coraggio, andrà tutto bene”, mentre la mano di sinistra ne fascia le ferite ed a tutto questo anche il cavallo, posto alle sue spalle, che inserito nella storia, sembra partecipare pazientemente all'evento.
I RINGRAZIAMENTI
Con l’occasione, vorrei rivolgere un doveroso ringraziamento al cappellano don Giovanni Proietti che ha creduto in me nell’affidarmi un così importante incarico e alla Direzione Ospedaliera che ci ha permesso di attuare questo progetto sostenendo le necessarie spese per l’acquisto dei materiali.
Pietro Tavani
29 settembre 2016 - Festa dei Santi Arcangeli
Ultimi commenti
08.02 | 05:54
Sarò di parte ma anche solo gli studi sono fantastiche opere d'arte
🥰
29.01 | 11:36
Grande, sempre Grande!!!
23.01 | 20:15
Grazie, se avessi altre foto di papà li potrei aggiungere alla sua pagina. Un abbraccio.
23.01 | 18:04
Ciao Pietro, grazie che tieni sempre vivo il ricordo di mio padre come artista. Un caro abbraccio. Stefania